La scogliera

 

·         generalità

·         la flora di scogliera

·         la fauna marina della costa

 

Generalità

la morfologia della costa dell'area marina protetta appare molto diversificata. Si trovano infatti tratti di costa uniforme ma anche zone dove sono preponderanti scogli o grossi massi parzialmente emersi. Soprattutto nel secondo caso l'effetto del mare su animali e vegetali marini può essere diverso e si possono creare sulle rocce immerse zone più riparate che consentono lo sviluppo ad organismi più delicati. Tra gli scogli si trovano talvolta anche piccole "piscine" naturali, diverse dalle pozze di marea perchè in collegamento continuo con il mare aperto. 

 

La flora di scogliera

Nell'area marina protetta le alghe si sviluppano a partire dalla zona interessata dalla marea. In questa fascia è evidente nella parte superiore Rissoella verruculosa,  una rodoficea frondosa che non tollera il calcare e che si sviluppa in primavera formando cinture giallastre molto nette mentre in estate appare disidratata e stinta. Alcune volte nella parte di scogliera immediatamente sottostante può essere presente Ralfsia verrucosa una feoficea incrostante. Nell'orizzonte più basso del mediolitorale sotto le alghe citate, in particolare lungo la costa meridionale del Promontorio, si sviluppa Lithophyllum byssoides, un'alga rossa a tallo calcareo, che costruisce ampie cornici di calcare chiamate "trottoir" (marciapiedi), dove è spesso presente il "pomodoro di mare" (Actinia mediterranea) . 
In alcune zone di costa dove si hanno  hanno apporti di acque dolci da parte di piccoli torrenti si possono trovare alcune specie di alghe verdi del genere Ulva, organismi vegetali che si incontrano spesso in acque marine dove vi è forte concentrazione di nutrienti, anche dovuti ad inquinamento. 
Nella zona costantemente bagnata dal mare, sotto a quella interessata dalle maree, si sviluppano le alghe brune del genere Cystoseira. Dove l'idrodinamismo è maggiore, ossia lungo il fronte meridionale del promontorio,  è presente Cystoseira amentacea var. stricta, mentre nelle aree più riparate la comune Cystoseira compressa. Queste alghe, che spesso formano una cintura folta e continua, vengono dette costruttrici di habitat ed hanno quindi un valore ambientale enorme. La loro distruzione porta alla scomparsa  di numerose specie non solo animali ma anche vegetali; tra queste alcune alghe delle specie Ellisolandia elongata, Pterocladiella capillacea, Laurencia obtusa, Valonia utricularis.  Le alghe brune del genere Cystoseira sono molto sensibili all'inquinamento e all'impatto antropico e per questo motivo la loro distribuzione viene monitorata periodicamente all'interno dell'area marina protetta. 
Alcune specie tra le alghe di scogliera si sviluppano anche sui fondali sottomarini che sono ricoperti da vegetali. Per semplicità questi organismi  (costieri e di fondale) vengono chiamati alghe fotofile (che amano la luce). In realtà viste le particolarità  delle alghe costiere e i loro adattamenti si è preferito distinguerle da quelle, sempre fotofile, che si trovano quasi esclusivamente più in profondità  e che saranno trattate nella sezione relativa ai "fondali ad alghe fotofile".

  

La fauna marina della costa

L'ambiente che si viene a creare nella zona di battigia ospita numerosi animali. Tra i più evidenti e comuni vi sono i granchi,  con due specie molto note: il favollo o foulo (Eriphia verrucosa)  e il granchio corridore (Pachygrapsus marmoratus). Si tratta di animali che possono vivere per lungo tempo anche all'asciutto e in quest'ultimo caso, per respirare, sono in grado di effettuare scambi gassosi tra le loro branchie e l'atmosfera  grazie ad un film di acqua che trattengono aderente al corpo. Hanno un importante funzione come animali spazzini in quanto si nutrono  talvolta di pesci morti e, occasionalmente, anche di meduse, quando queste, trasportate dal mare, raggiungono gli scogli.
Sopra gli scogli immersi si possono osservare alcuni policheti sedentari serpuloidei che vivono anche più in profondità. Costruiscono un tubicino biancastro in cui vivono spesso ammassati gli uni agli altri e quando le condizioni sono sfavorevoli trattengono acqua al suo interno grazie ad un opercolo ermetico.  

Nella zona degli spruzzi può essere presente un dittero Fucellia maritima  che si distingue dalle comuni mosche perché a differenza di queste ripiega le ali una sull'altra. Molto frequente  è il crostaceo isopode Ligia italica, che ha principalmente attività notturna. Si muove sulle rocce e nuota nell'acqua ma non è molto propenso alle immersioni anche se la sua respirazione è branchiale.

Sulla roccia  e gli scogli emersi e bagnati dagli spruzzi sopravvivono estese popolazioni di crostacei cirripedi sessili (attaccati agli scogli) come  Euraphia depressa, Chtamalus stellatus e Chthamalus montagui. La prima specie si trova più in alto mentre le altre sono più tipiche degli orizzonti mediolitorali, dove possono formare estese colonie con esemplari di diverse età e dimensioni. Sono detti "denti di cane" ed hanno una struttura calcarea in cui si proteggono che somiglia ad un piccolo vulcano aperto all'estremità. Quando sono fuori dall'acqua e le condizioni sono sfavorevoli  chiudono l'apertura con il carapace (mantello), se sono immersi estroflettono le zampe trasformate in cirri per la cattura del plancton.
Questi crostacei ci danno un idea delle condizioni a cui la costa è sottoposta. Se li ritroviamo molto distanti dalla battigia vuol dire che la zona è esposta a forti mareggiate mentre se li ritroviamo in prossimità del livello del mare il tratto di litorale è riparato.  Crostacei piuttosto frequenti da osservare sono piccoli  paguri.  Questi crostacei  si proteggono all'interno di una conchiglia di qualche mollusco che trovano sul fondale. grazie a loro capita di osservare sugli scogli anche conchiglie di molluschi che normalmente vivono in profondità.
Lungo la costa e sugli scogli si osservano ancora numerosi molluschi tra cui il cornetto comune (Phorcus turbinatus) e la piccola littorina (Melarhaphe neritoides)  che, quando è all'asciutto, si accalca in fessure dove si conserva un po' d'acqua, nonché  le più comuni patelle: Patella ulyssiponensis, Patella caerulea, la meno comune Patella rustica, e i mitili mediterranei (Mytilus  galloprovincialis). Le patelle si ritrovano anche sott'acqua ma quando sono all'asciutto, per sopravvivere, chiudono ermeticamente dell'acqua all'interno del guscio. Anche i mitili utilizzano questo meccanismo quando la bassa marea li espone all'aria. Altri molluschi gasteropodi che si possono trovare in questo ambiente appartengono ai generi Cerithium  e Gibbula. I primi, chiamati anche cornetti, hanno una conchiglia allungata che dopo la morte dell'animale viene utilizzata come rifugio da piccoli paguri. Un grosso mollusco è Stramonita haemastoma la  cui conchiglia può raggiungere la lunghezza di 8 cm che preda con la sua radula gli ctamali aderenti agli scogli. Occasionalmente, in quanto vive più in profondità, può incontrarsi Bolma rugosa un mollusco generalmente erbivoro il cui opercolo è noto in gioielleria con il nome di:  occhio di S. Lucia. 
Lungo la costa possono trovarsi ancora altri molluschi che hanno la conchiglia costituita da tante placche (poliplacofori) più comunemente noti come chitoni, che si cibano di alghe. Nella zona di marea si osserva talvolta il Pomodoro di mare Actinia mediterranea, bellissimo anemone che può resistere per lungo tempo fuori dall'acqua. Quando è immerso in acqua assume una forma espansa che gli consente di catturare piccoli organismi. 
Poco più sotto, l'ambiente creato dalle alghe del genere Cystoseira ospita una ricca comunità animale di sottostrato dominata da Mytilus galloprovincialis  e Mytilaster minimus,  dall'antozoo Corynactis viridis (anemone gioiello) da ascidie, da idroidi come Aglaophenia spp.  e da crostacei cirripedi come i balani della specie Perforatus perforatus. Echinodermi quali ricci e stelle marine di piccole dimensioni come Coscinasterias tenuispina si possono trovare pochi centimetri sotto la superficie del mare. Raramente sul fondo di pozze  delimitate da scogli costieri, costantemente collegate al mare e ricche di alghe si può incontrare Holothuria tubulosa un echinoderma che normalmente si incontra più in profondità. 
Tra i pesci che normalmente si avvicinano maggiormente alla zona della battigia, soprattutto in prossimità di scogli ricoperti di alghe, ci sono alcuni labridi, soprattutto nelle loro fasi giovanili, come il tordo pavone (Symphodus  tinca), quello verde (Symphodus roissali), e la donzella (Coris  julis)  che si nutrono di piccoli molluschi, granchi e vermi. 
Curioso è il comportamento degli esemplari adulti di alcune specie appartenenti ancora al genere Symphodus, che strappano con la bocca frammenti di alghe per costruire il proprio "nido". Altri pesci che si possono trovare vicino alla superficie e alla costa sono piccole bavose e peperoncini Tripterygion sp.. Tra le alghe e nelle zone più riparate in cui si sente meno l‘influsso delle onde si incontrano spesso gamberetti trasparenti di scogliera della specie Palaemon elegans.  Sono crostacei dalle abitudini soprattutto notturne, che costituiscono la preda preferita per molti pesci . Si nutrono di piccoli organismi ma in mancanza di questi anche di detrito organico.