Le risorse sfruttate nell’antichità dagli abitanti del Promontorio di Portofino

 

La storia delle genti che vissero nei borghi marinari e nei piccoli centri sparsi sulle pendici del Promontorio di Portofino è intimamente legata al mare.  Tra l’altro un mare che è sempre stato molto pescoso perché i fondali ricchi di vita hanno sempre attirato una gran quantità di pesci pelagici (che passano la loro vita da adulti in mare aperto). L’uomo, sfruttando questa naturale propensione del pesce ad avvicinarsi alla costa, ha affinato le sue conoscenze e la pesca è diventata “cosa” da esperti, praticata oggi ormai da pochi pescatori, attraverso tecniche e metodiche tramandate di generazione in generazione;  così come è ormai patrimonio di pochi la conoscenza delle “armie”, ossia le indicazioni geografiche che consentono  di individuare le “poste” (luoghi dove calare le reti), e anche del periodo e del momento migliore per effettuare i diversi tipi di pesca. La natura impervia del Promontorio, per nulla adeguata a consentire attività agricole, fu nel corso dei secoli modellata dall’uomo che creò terreno coltivabile laddove esistevano ripidi dirupi scoscesi. Si ha un esempio estremo di queste opere a S. Fruttuoso di Camogli dove lembi di terra coltivati ad oliveto sono letteralmente appoggiati alla dura puddinga di cui è costituito il Promontorio, trattenuti da secolari muretti a secco, esempi, questi ultimi, di una perizia contadina del tutto ligure di cui ormai si è quasi persa la memoria.

Un terreno coltivabile poggiato sulla roccia e trattenuto da muretti a secco nella località S. Fruttuoso

 

Un “muretto a secco”, simbolo dell’agricoltura ligure. La sua architettura è frutto di secoli di esperienza. Oggigiorno la realizzazione di questi manufatti è effettuata solo da poche persone

 

Oggi il Promontorio di Portofino, pur mantenendo parte di quella che doveva essere la sua originaria e selvaggia bellezza, è cosparso di abitazioni e strade e, come già detto, modificato dalle tipiche fasce liguri. Se proviamo a pensare come potesse essere in epoca romana o anche in epoca precedente, sarà facile immaginare la presenza di pochi sentieri e di località con un numero molto ristretto di casupole. Sino al 1800, tra l’altro, le vie di comunicazione erano costituite da percorsi, che si sviluppavano prevalentemente su tracciati di antiche vie romane, che spesso deviavano per oltrepassare crinali, oggi tagliati con esplodenti per realizzare le odierne strade asfaltate, come la panoramica S. Margherita Ligure-Portofino. In realtà l’importanza, soprattutto in epoca romana, di questo territorio era dovuta alla presenza di un porto naturale utilizzato come scalo e riparo dalle tempeste: Portofino, l’antico Portus Delphini.

L’antica fortezza su cui è edificato l’attuale “Castello di Paraggi” e il sentiero affianco (foto fine ‘800). Oggi nella stessa località esiste la strada asfaltata a doppio senso di marcia)