La storia attraverso i relitti

L'ubicazione dei relitti intorno all'Area Marina Protetta di Portofino
Il Promontorio di Portofino, come abbiamo avuto modo di vedere, è stato testimone di numerosi avvenimenti storici. Esistono ben poche informazioni su quanto accaduto in epoche remote, molte di più su naufragi ed avvenimenti di epoche più recenti.
Nella cartina sottostante, che può essere compresa anche grazie allalegenda, si è provato a ricostruire la mappa dei relitti e dei residui bellici presenti, di presenza presunta e, in qualche caso rimossi, intorno al promontorio. Oltre a raccontarci quanto avvenne nelle acque dell'Area Marina Protetta di Portofino in epoche remote i relitti, soprattutto quelli più recenti, hanno dato origine ad importanti zone di aggregazione di animali marini. Le lamiere in ferro vengono corrose dall'acqua marina e colonizzate da numerose alghe e invertebrati (spugne, gorgonie e briozoi). Poco dopo divengono rifugio ottimale di pesci anche piuttosto grossi costituendo vere e proprie aree di ripopolamento del mare sfruttate spesso dai pescatori dilettanti.
Non ci sono notizie certe della presenza di relitti di epoca romana o addirittura greca vicino al Promontorio di Portofino perché gli scafi in legno con buona probabilità si sono totalmente degradati o nel caso migliore possono essere sepolti sotto il fango. Molto probabile, se non quasi certo, l'affondamento della nave militare romana (14) presso S. Michele di Pagana, visto il ritrovamento di una grossa ancora e di vasellame utilizzato dai militari romani. Sull'altra nave oneraria romana (2), il cui naufragio potrebbe essere avvenuto presso Punta Chiappa, si hanno notizie perché in zona furono recuperate parecchie anfore, mentre altre sono ancora presenti sul fondale. Non si ha la certezza che sia avvenuto un naufragio perchè, semplicemente, la nave in condizioni di difficoltà potrebbe essersi disfatta di parte del carico. È anche vero che in quel caso le anfore sarebbero distribuite irregolarmente sul fondale e non raccolte come sono state spesso osservate. Presso la Punta del Faro la situazione appare più complessa. Sono state individuate a circa 80 metri di profondità anfore romane ma, soprattutto, anfore greche. Queste ultime lasciano supporre la presenza di qualche relitto (9). Se la presenza fosse accertata si potrebbe considerare il porto naturale di Portofino attivo anche in epoche precedenti a quella romana.
Della battaglia navale (15) che ebbe luogo di fronte a S. Fruttuoso di Capodimonte nell'anno 1431 si è già parlato nella sezione specifica. I genovesi, che si scontrarono con i veneziani, ebbero la peggio ma pare che per il suo valore all'ammiraglio della flotta, Francesco Spinola, non fu tolta la spada e dopo qualche tempo sia lui sia i suoi marinai vennero liberati. Nella zona dove avvenne la battaglia potrebbero essere presenti sul fondale interessanti reperti storici.
Nel 1579 la peste era nuovamente in Europa e imperversava in Spagna cosicché il 28 ottobre alla caracca Santo Spirito (1), meglio conosciuta come Iveglia dal nome del comandante, fu vietato l'attracco a Genova. Il Magistrato di sanità della città aveva dichiarato la nave infetta. Rimasta in mare e navigando sottocosta la nave raggiunse il Promontorio di Portofino e fece naufragio finendo sugli scogli, non essendo l'equipaggio riuscito ad opporsi alla forza del mare ed al forte vento. Parte dell'equipaggio fu tratto in salvo dagli abitanti locali. Il carico era costituito da oggetti preziosi: stoffe e armi di alta qualità anche artistica. Dopo pochi giorni vennero inviati dall'ambasciatore spagnolo esperti nuotatori per recuperare il carico che non riuscirono ad effettuare il lavoro a causa delle avverse condizioni e dell'epidemia di peste. Molto probabilmente anni dopo, visto il basso fondale in cui si era poggiata la nave, parte del carico venne recuperato anche dagli abitanti locali. Nel 1855 un incidente, meglio descritto nella sezione relativa agli eventi del XIX secolo, fa colare a picco il Croesus (4). Il piroscafo a vapore e a vela si inabissa proprio davanti a S. Fruttuoso. Buona parte del relitto venne recuperato anni dopo in diversi momenti. Al largo di Punta Chiappa si trova il relitto del piroscafo Washington (5) che trasportava dagli Stati Uniti, materiale ferroviario e metalli (acciao, rame e manganese). Venne silurato nel 1917, durante la prima guerra mondiale, da un sommergibile tedesco o austriaco.Nello stesso anno viene silurato il Genova (12), un piroscafo italiano appena varato. Anche in questo caso la nave, che trasportava materiale bellico, fu centrata da un siluro lanciato da un sommergibile tedesco. Il relitto colpito vicino alla costa pian piano scivolò verso il largo nella sua attuale posizione.
Gli altri relitti nella carta (6, 7, 10, 11, 13, 15) sono di epoca più recente II° guerra mondiale. La nave Ischia (6) fu colpita da un siluro, il mezzo da sbarco tedesco (13) probabilmente affondato durante un attacco aereo e il bombardiere britannico (11) colpito dalla contraerea. Mentre vicino a Portofino alla fine del secondo conflitto mondiale fu autoaffondato dai tedeschi un sommergibile (15), in gran parte recuperato, non si sa molto sull'altro sottomarino (7) che si trova sul fondale profondo davanti a Cala dell'Oro. Lo scopritore del relitto, Francesco Pastorino, perse la vita nel 1998 allo scopo di far luce sul mistero mentre stava scendendo sul relitto con una telecamera. Potrebbe quindi trattarsi anche di un sommergibile delle forze alleate, perché non esistono segnalazioni dell'epoca bellica relative a perdite di sommergibili tedeschi in zona.
Qualche anno fa sono state inoltre individuate, proprio dentro l'Area Marina Protetta di Portofino, 3 mine che, sempre durante la seconda guerra mondiale, erano state poste a difesa della costa dagli sbarchi. I tre ordigni sono stati recuperati e fatti brillare al largo. La posizione in cui sono state trovate è visibile nella carta.
Sopra Punta Chiappa rimangono oggi numerosi ruderi delle batterie antiaeree poste a difesa della costa. Nonostante la presenza di queste batterie la costa fu danneggiata gravemente dagli attacchi aerei.
Dopo il conflitto mondiale ancora un incidente. Il Mohawk Deer (8), trainato da due rimorchiatori dal porto di Genova verso quello di La Spezia ruppe i cavi di traino a causa di una forte mareggiata e finì contro la costa del Promontorio di Portofino. venne tentato un recupero che si rivelò troppo pericoloso. Così dopo alcune ore la nave si spezzo in due parti e colò a picco in vicinanza a Cala degli Inglesi dentro quella che è oggi la zona B dell'Area Marina Protetta di Portofino. Ciò che ai tempi si poteva pensare un disastro ha oggi dato origine ad uno dei siti subacquei più interessanti dell'area protetta.

 

 

1 -- Caracca Santo Spirito 1579
2 – probabile affondamento nave da carico romana (II sec. A. C.)
3 – Schooner (brigantino-goletta) prima metà del 900
4 – Croesus (piroscafo britannico) 1855
5 – Washington (piroscafo britannico da carico) 1917
6 – Ischia (piroscafo italiano da carico) 1943
7 – sottomarino (probabilmente un U Boote tedesco) II° guerra mondiale
8 – Mohawk Deer (nave cisterna canadese) 1967
9 – probabile affondamento nave greca
10 – Motozattera (piccolo naviglio da sbarco) II° guerra mondiale
11 – aereo Handley page Halifax (bombardiere britannico) 1942
12 – Genova (piroscafo italiano da carico) 1917
13 – piccolo naviglio da sbarco tedesco (chiamato anche bettolina) – II° guerra mondiale
14 – probabile affondamento nave militare romana (I° secolo d. C.)
15 – sottomarino tedesco affondato 1945
16 - battaglia navale
17 – ruderi delle batterie antiaeree
        pallini gialli - mine rimosse

 

Immagini di relitti di navi del XX secolo colonizzati da animali marini

 

Una fotografia tratta da un giornale dopo il ritrovamento di un'anfora considerata romana, recuperata verso la fine del secolo scorso nelle acque di Punta del Faro di Portofino. Si trattava in realtà di un'anfora massaliota di origine greca.

 

Un'immagine del relitto del Mohawk Deer
Un'ancora conservata a Porto Pidocchio. Si tratta di un reperto ripescato dal mare. Nel mare in questa zona è naufragata la caracca Santo Spirito ("Iveglia").

 

foto Zanada

foto Zanada

Immagini di anfore romane distribuite sul fondale marino