Gli acrobati del “regno dei ragni”

 

C’è una strofa in una romantica canzone di Fabrizio De Andrè che fa riferimento al “regno dei ragni”. Ovvio che si tratti di una “licenza poetica” dell’autore, perché, ragionando da rigorosi tassonomisti,  dovremmo osservare in merito che i ragni fanno parte di un regno ben più ampio, quello animale, e se mai costituiscono la classe degli aracnidi, insieme a scorpioni, acari ed altri animali simili. All’interno di questa classe, i ragni, per essere precisi, appartengono all’ordine Araneae, comunque talmente vasto da essere importante in ogni caso.

 

 

Philaeus chrysops maschio (foto B. Mortola).

 

Riconoscere i ragni non è per niente facile e spesso gli studiosi, per individuare le specie dubbie, devono sacrificare qualche esemplare, allo scopo di osservarne i particolari anatomici al microscopio. Esistono però famiglie di ragni che raggruppano specie discretamente distinguibili tra loro e riconoscibili anche da chi non è troppo esperto.

Una di queste famiglie è quella dei salticidi, che è anche la famiglia di ragni che raggruppa  il maggior numero di specie.  I salticidi sono diffusi in tutto il mondo e sono comunissimi anche in Italia con molte specie diverse.  Questi ragni sono piuttosto comuni anche in città, perché gli esemplari di alcune specie, pur appartenendo alla fauna selvatica e quindi tipica di ambienti naturali, sembrano essersi adattati molto bene a vivere su muri e muretti e persino nelle case. Non vengono troppo notati o presi in considerazione perché solitamente hanno piccole dimensioni.

Nonostante le dimensioni, però, sono incredibili predatori e catturano piccole mosche o farfalline che, incaute, si posano sulle superfici per riposarsi.

 

 

Un salticide che ha catturato un dittero.

 

Vi sono anche specie di salticidi che preferiscono vivere in natura, sia sulle rocce che sugli alberi, spostandosi da un ramo all’altro o sulle foglie, trovando sicuramente prede, ma certamente molti nemici in più rispetto ai salticidi “cittadini”.

Questi ragni hanno il salto “facile” e non per niente si chiamano salticidi. Infatti  tutte le loro strategie di sopravvivenza, predazione, difesa, fuga, ecc.., si basano sulla capacità di spiccare balzi, coprendo distanze da 40 sino a oltre  70 volte la lunghezza del loro corpo.  Secondo alcuni testi, a consentire le straordinarie prestazioni, è un sistema idraulico che permette  a questi animali di aumentare la pressione interna, utilizzandola come fonte di energia per il salto. Si tratta di un sistema che sembra utilizzare comunque i muscoli del corpo, ma per spingere e comprimere il liquido sanguigno (emolinfa) all’interno delle zampe.  In ogni caso, le zampe sarebbero dotate di muscoli flessori, ma sprovviste di muscoli estensori, la funzione dei quali sarebbe svolta proprio dal sistema idraulico.

 

 

Icius hamatus maschio.

 

Questi splendidi piccoli animali hanno occhi del tutto particolari che li differenziano dalle altre famiglie di ragni. Nei Ragni, generalmente, sono presenti otto occhi, ma nei salticidi quattro occhi frontali sono molto sviluppati  e ancora di più lo sono quelli posti al centro della fronte. La loro vista è ottima. Possono vedere alle loro spalle, avendo un amplissimo campo visivo pari a quasi 360°, ma anche sino a quasi mezzo metro di distanza.  Questa capacità visiva è correlata con le loro abitudini di vita. Sono infatti perlopiù ragni diurni che vanno a caccia balzando sulle prede e quindi devono calcolare bene distanze e posizioni delle loro vittime.

In ogni caso, pur essendo quasi infallibili predatori, possiedono sistemi di sicurezza per evitare inconvenienti. Prima di balzi impegnativi si ancorano con un filo di seta al punto dal quale si lanciano, in modo da potervi ritornare in caso di errore.

Alcune specie  mostrano evidente dimorfismo sessuale e spesso i maschi sfoggiano livree più appariscenti di quelle delle femmine. Nel caso di Saitis barbipes,  i maschi presentano il terzo paio di zampe pelose, che agitano in alto, per attirarne l’attenzione, quando si trovano di fronte ad una femmina. Secondo alcuni questo comportamento sarebbe utilizzato anche a scopo intimidatorio, nei confronti di altri maschi o di minacce diverse.

 

 

Saitis barbipes maschio. Si noti il terzo paio di zampe pelose.

 

Per dare ovviamente meno nell’occhio altre specie predatrici di formiche, come Leptorchestes mutilloides, hanno un aspetto che imita le sembianze delle prede.

 

 

Leptorchestes mutilloides. Questo ragno somiglia ad una formica e tiene spesso il primo paio di zampe lungo il capo per farle sembrare antenne (foto B. Mortola).

 

I salticidi non costruiscono la tela perché, viste le strategie di caccia, non ne hanno bisogno. Tuttavia, durante la muta o per proteggere i piccoli nelle prime fasi di vita, capita che questi animali costruiscano con la seta piccole strutture di protezione.

Quando ci imbattiamo nei piccoli salticidi, la nostra presenza  può spaventarli e spingerli a fuggire. In questo caso tendono a spostarsi velocemente,  ma per brevi tratti, rimanendo spesso immobili tra uno spostamento ed il successivo. Gli esemplari di alcune specie, più coraggiosi,  possono addirittura  mostrarsi combattivi,  girandosi con il capo (prosoma o cefalotorace) verso di noi in atteggiamento di sfida. Un comportamento davvero temerario, visto che dalle nostre parti i salticidi più grandi, come Menemerus semilimbatus, raggiungono appena  il centimetro di lunghezza.

 

 

Menemerus semilimbatus maschio (foto B. Mortola).