I banditi a Portofino Vetta

 

Banditi a Portofino Vetta

di B. Mortola

 

Qualche tempo fa mi è stato narrato un episodio “divertente” avvenuto nel periodo d’oro del Portofino Kulm, il prestigioso albergo che si trova sulla cima del Monte di Portofino, quando questo ospitava un casinò e molti ricchi salivano in carrozza o in automobile fino lassù, per giocarsi cospicue somme.

Attirati da quelle circostanze, un gruppo di giovani dei dintorni organizzava delle rapine, fermava i mezzi con i passeggeri a bordo e, con le armi in pugno, si faceva consegnare portafogli, gioielli e altri oggetti di valore.

Un giorno i giovani avevano bloccato una carrozza o un’auto con dei signori e delle signore a bordo e avevano intimato agli uomini di consegnare  i portafogli e gli orologi, ed alle donne di consegnare i gioielli. Tutti ubbidirono e solo una signora, con  un bell’anello al dito, faceva palesemente notare che, nonostante gli  sforzi, non riusciva proprio a sfilarsi il gioiello per consegnarlo ai malviventi; evidentemente a quell’anello ci teneva parecchio.

Ad un certo punto uno dei  banditi, che aspettava che la signora si sfilasse l’anello, si era spazientito e aveva tirato fuori un coltello.

Probabilmente voleva solo tagliare l’anello, o portarsi via la pietra incastonata nel metallo prezioso, o, probabilmente, intimorire la signora. Riuscì nel suo intento perché la donna,  temendo che il bandito volesse tagliarle il dito con l’anello infilato dentro, in quel momento divenne velocissima a sfilarselo e a consegnarlo.

Poi un giorno, la banda venne arrestata.

Anni fa ho conosciuto uno di questi banditi, che all’epoca aveva solo 17 anni. Il signore che ho conosciuto e che è mancato qualche anno fa, dopo quel periodo da fuorilegge, si era dato da fare. Aveva lavorato sodo ed era diventato una persona assolutamente rispettabile, però qualcuno, per distinguerlo da un suo omonimo, lo chiamava ancora con il soprannome di “bandito”.

L'albergo "Portofino Kulm" in una foto d'epoca

 

L'albergo "Portofino Kulm" ai giorni nostri