La subacquea nell'Area marina Protetta

 

Da sempre l’Area Marina Protetta di Portofino è considerata il luogo dove è nata la subacquea italiana e dove, successivamente, sono state testate molte delle apparecchiature che costituiscono oggi l’equipaggiamento di chi si immerge sott’acqua.

La subacquea ricreativa, ai suoi primordi, ha consentito agli uomini che si immergevano di compiere diverse razzie. Corallo e gorgonie, grossi pesci e crostacei, ma anche resti archeologici importanti, sono stati prelevati dai fondali per anni, senza nessuna regola e, nel caso degli organismi viventi, riducendone drasticamente le popolazioni. Queste “abitudini”, portate avanti da alcuni, hanno fatto crescere già allora una coscienza ambientalista in altri subacquei, capaci di denunciare e combattere questi comportamenti e di proporre, per porvi fine, anche l’istituzione di un parco marino, come si può leggere nell’articolo che si trova in questa pagina.

 

Oggi, fortunatamente, è aumentata la sensibilità della quasi totalità dei subacquei nei confronti della tutela naturale. Gran parte di essi, infatti, sono paladini della difesa dell’ambiente e spesso anche competenti conoscitori del mondo sottomarino, nonché ottimi fotografi. Grazie a molti subacquei infatti l’area marina protetta può disporre di numerose immagini fotografiche da utilizzare per il monitoraggio ambientale e per la divulgazione delle conoscenze sul mare.

Duilio Marcante, considerato il “padre” della subacquea italiana