Longobardi
Intorno all'anno 640 Camogli, che a quei tempi ospitava una Pieve, così come Recco, Rapallo e Uscio, subì un saccheggio ad opera dei Longobardi ed una disastrosa occupazione che vide il massacro di parte della popolazione, la distruzione di buona parte del borgo, che fu dato alle fiamme, seguiti dalla deportazione di molti degli abitanti superstiti. Non andò meglio a Pescino, nel quale ai tempi esisteva la cappella di S. Margherita Ligure. Più in generale si può affermare che il re longobardo Rotari mise letteralmente a ferro e fuoco quasi tutti i borghi liguri e in particolar modo quelli costieri, Genova compresa, più accessibili perché quasi tutti collegati da strade romane e, soprattutto, più ricchi. Con la sua azione il re annesse ai territori longobardi praticamente la fascia costiera ligure, sino a quel momento sotto la dominazione bizantina.
Il copatronato
Portofino ha due santi patroni. Il primo è S. Giorgio, di cui parte delle reliquie pare furono trasportate al tempo delle crociate dalla Terrasanta a Portofino, da abitanti locali che avevano partecipato alle guerre religiose. Il secondo santo ha origini più antiche di derivazione longobarda. Si tratta di S. Martino di Tours, il cui culto era professato tra i Longobardi che in Italia avevano abbracciato il Cristianesimo anche se erano legati all'eresia ariana che negava la natura divina di Cristo e lo vedeva come un semplice uomo. Così per evitare la minaccia data dall'eresia la chiesa accettò il culto dei nuovi santi tra cui vi erano anche S. Ilario e S. Ambrogio e nel 1120 riconobbe il copatronato dei due santi a Portofino.